Il mondo è reale o tutto è un ologramma? (3 foto). L'universo è un ologramma! Il mondo come ologramma è una nuova ipotesi degli scienziati

La teoria secondo cui il nostro mondo è solo un'illusione tridimensionale esiste da molto tempo, ma fino a poco tempo fa non ha trovato prove. Un dispositivo chiamato "Holometer", attualmente in fase di sviluppo da parte degli scienziati del Center for Astrophysical Research presso il Fermi Laboratory, potrebbe cambiare la nostra comprensione della struttura dell'universo.

I sostenitori della teoria "olografica" partono dal fatto che il tempo e lo spazio non sono continui, ma consistono in punti separati, proprio come un'immagine digitale sullo schermo di un computer è composta da pixel. Pertanto, ingrandendo, otteniamo solo un'"immagine" sfocata.

Per molto tempo, questo è rimasto solo a livello di speculazione. Ma nel 1982, un gruppo di ricercatori francesi ha scoperto che in determinate condizioni, le microparticelle sono in grado di comunicare tra loro, indipendentemente dalla distanza tra loro.

Teoricamente, questo effetto fu scoperto nel 1935 da Albert Einstein e dai suoi studenti Boris Podolsky e Nathan Rosen. Hanno avanzato un'ipotesi secondo la quale, se due fotoni collegati tra loro si allontanano e uno di essi cambia i parametri di polarizzazione, ad esempio, si schianta contro qualcosa, allora scompare, ma le informazioni su di esso vengono immediatamente trasferite a un altro fotone e diventa quello che è scomparso. ! E ora, quasi mezzo secolo dopo, questo è stato confermato sperimentalmente.

Lo scienziato inglese David Bohm si interessò a questa scoperta dei fisici francesi. Gli venne in mente che lo strano comportamento delle microparticelle non è altro che la chiave del segreto dell'universo.

Ha rivolto la sua attenzione agli ologrammi, che, a suo avviso, potrebbero essere modelli ideali del nostro universo. Come ricorderete, un ologramma è una fotografia tridimensionale scattata con un laser. Per farlo, devi illuminare l'oggetto fotografato con un raggio laser, quindi dirigere un altro laser su di esso. Quindi il secondo raggio, sommato alla luce riflessa dall'oggetto, fornisce uno schema di interferenza, che può essere registrato sulla pellicola.

È interessante notare che l'immagine finita all'inizio sembra una stratificazione senza senso di varie linee chiare e scure una sopra l'altra. Ma non appena lo illumini con un altro raggio laser, appare immediatamente un'immagine tridimensionale dell'oggetto originale. Quindi possiamo dire che l'ologramma è pronto.

Tuttavia, la tridimensionalità dell'immagine non è l'unica proprietà notevole inerente all'immagine olografica. Un'altra caratteristica di una tale fotografia è la somiglianza di una parte con il tutto. Se un ologramma raffigurante, ad esempio, un albero viene tagliato a metà e illuminato con un laser, ciascuna metà conterrà un'intera immagine dello stesso albero esattamente della stessa dimensione.

Se continui a tagliare l'ologramma in pezzi più piccoli, su ciascuno di essi puoi ritrovare l'immagine dell'intero oggetto nel suo insieme. Si scopre che, a differenza di una normale fotografia, ogni sezione dell'ologramma contiene informazioni sull'intero oggetto, ma con una diminuzione della chiarezza proporzionalmente corrispondente.

Basandosi su questa proprietà degli ologrammi, Bohm ha suggerito che l'interazione delle particelle materiali non è altro che un'illusione. In realtà, sono ancora la stessa cosa. Quindi, l'Universo stesso è un'illusione molto complessa. Gli oggetti materiali sono combinazioni di frequenze olografiche.

"Il principio dell'ologramma "tutto in ogni parte" ci consente di affrontare la questione dell'organizzazione e dell'ordine in un modo completamente nuovo", afferma il professor Bohm. "L'apparente interazione superluminale tra le particelle ci dice che esiste un livello di realtà più profondo nascosto da noi. Separati vediamo queste particelle solo perché vediamo solo una parte della realtà."

Lo scienziato ha spiegato abbastanza chiaramente la sua intricata teoria usando l'esempio di riprese separate di pesci in un acquario (questo esempio è descritto in modo più dettagliato nel libro di Michael Talbot "The Holographic Universe"). Quindi, immagina un acquario in cui nuotano diversi pesci della stessa specie, sebbene abbastanza simili tra loro. La condizione principale dell'esperimento è che l'osservatore non possa vedere direttamente l'acquario, ma possa osservare solo due schermi televisivi che trasmettono immagini da telecamere poste una davanti, l'altra a lato dell'acquario. Non sorprende che, guardandoli, giunga alla conclusione che i pesci su ciascuno degli schermi sono oggetti separati.

Poiché le telecamere trasmettono immagini da diverse angolazioni, i pesci hanno un aspetto diverso in qualsiasi momento, ad esempio, lo stesso pesce su schermi diversi può essere visto sia di lato che di fronte allo stesso tempo. Ma, continuando ad osservare, dopo un po' l'osservatore è sorpreso di scoprire che c'è una relazione tra i due pesci su schermi diversi. Quando un pesce si gira, anche l'altro cambia direzione, anche se in modo leggermente diverso, ma sempre in accordo con il primo.

Inoltre, se l'osservatore non ha un quadro completo della situazione, molto probabilmente arriverà alla conclusione che i pesci devono in qualche modo comunicare istantaneamente tra loro, che questo non è un fatto casuale. Allo stesso modo, i fisici, non conoscendo i principi dell '"esperimento universale", credono che le particelle interagiscano istantaneamente tra loro. Tuttavia, se all'osservatore viene spiegato come funziona tutto "nella realtà", allora capirà che le sue conclusioni precedenti si basano su un'analisi delle illusioni che la sua coscienza percepiva come realtà.

"Questa esperienza più semplice suggerisce che la realtà oggettiva non esiste. Nonostante la sua densità apparente, l'universo al suo interno può essere solo un gigantesco ologramma lussuosamente dettagliato", afferma il professor Bohm.

Il principio olografico sarà finalmente dimostrato quando il dispositivo "Holometer" sarà messo in funzione. Il rivelatore è progettato come segue: un raggio laser passa attraverso uno splitter, i due raggi risultanti passano attraverso due corpi perpendicolari, riflettendosi da essi, quindi ritornando indietro e, unendosi, creano uno schema di interferenza, la cui distorsione può essere utilizzata per giudicare un cambiamento di spazio, comprimibile o allungato onda di gravità in direzioni diverse.

"Questo strumento, l'Olometro, ci consentirà di ingrandire lo spazio-tempo e vedere se le ipotesi sulla struttura frazionaria dell'Universo sono confermate", ha affermato Craig Hogan, direttore del Center for Astrophysical Research presso il Fermi Laboratory. Secondo gli autori dello sviluppo, i primi dati ottenuti utilizzando il dispositivo inizieranno ad arrivare a metà di quest'anno.

Nel frattempo, i principi dell'olografia sono già ampiamente utilizzati in vari campi. Pertanto, gli scienziati americani hanno sviluppato una tecnologia laser che consente di creare immagini virtuali sul campo di battaglia, progettate per avere un impatto psicologico sui soldati: intimidire il nemico e sollevare il morale dei belligeranti.

Nota del redattore: ecco un articolo sulla teoria di Michael Talbot, che ha rivelato nel suo libro "The Holographic Universe" (1991). Nonostante il fatto che l'articolo sia stato scritto all'inizio del secolo, le idee in esso espresse sono rilevanti per i ricercatori di oggi.

Michael Talbot (1953-1992), originario dell'Australia, è stato autore di molti libri che evidenziano i parallelismi tra il misticismo antico e la meccanica quantistica e supportano il modello teorico della realtà secondo cui l'universo fisico è come un ologramma gigante.

Esiste una realtà oggettiva o l'Universo è una fantasia?

Nel 1982 ebbe luogo un evento straordinario. All'Università di Parigi, un gruppo di ricerca guidato dal fisico Alain Aspect ha condotto quello che potrebbe essere uno degli esperimenti più significativi del 20° secolo. Non ne hai sentito parlare al telegiornale della sera. In effetti, se non sei abituato a leggere riviste scientifiche, è probabile che tu non abbia nemmeno sentito il nome Alain Aspect, anche se alcuni scienziati ritengono che la sua scoperta potrebbe cambiare il volto della scienza.

Aspect e il suo team hanno scoperto che, in determinate condizioni, le particelle elementari, come gli elettroni, sono in grado di comunicare istantaneamente tra loro, indipendentemente dalla distanza tra loro. Non importa se sono 10 piedi tra loro o 10 miliardi di miglia. In qualche modo ogni particella sa sempre cosa sta facendo l'altra.

Il problema di questa scoperta è che viola il postulato di Einstein sulla velocità limite di propagazione di un'interazione uguale alla velocità della luce. Poiché viaggiare a una velocità superiore a quella della luce equivale a rompere una barriera temporale, questa prospettiva spaventosa ha portato alcuni fisici a tentare di spiegare gli esperimenti di Aspect con soluzioni alternative complesse. Ma ha ispirato altri a offrire spiegazioni ancora più radicali.

Ad esempio, il fisico dell'Università di Londra David Bohm ha ritenuto che la scoperta di Aspect implichi che la realtà oggettiva non esiste e che, nonostante la sua densità apparente, l'universo è fondamentalmente una fantasia, un gigantesco ologramma lussuosamente dettagliato.

Per capire perché Bohm è arrivato a una conclusione così sorprendente, dobbiamo parlare di ologrammi.

Un ologramma è una fotografia tridimensionale scattata con un laser. Per produrre un ologramma, il soggetto da fotografare deve essere prima illuminato da luce laser. Quindi il secondo raggio laser, sommato alla luce riflessa dall'oggetto, fornisce uno schema di interferenza che può essere registrato sulla pellicola. L'immagine finita sembra un'inutile alternanza di linee chiare e scure. Ma non appena l'immagine viene illuminata con un altro raggio laser, appare immediatamente un'immagine tridimensionale dell'oggetto originale.

La tridimensionalità non è l'unica proprietà notevole inerente a un ologramma. Se un ologramma di rosa viene tagliato a metà e illuminato con un laser, ciascuna metà conterrà un'intera immagine della stessa rosa esattamente della stessa dimensione. Se continuiamo a tagliare l'ologramma in pezzi più piccoli, su ciascuno di essi troveremo nuovamente un'immagine dell'intero oggetto nel suo insieme. A differenza di una fotografia convenzionale, ogni area dell'ologramma contiene informazioni sull'intero soggetto, ma con una diminuzione della nitidezza proporzionalmente corrispondente.

Il principio dell'ologramma "tutto in ogni parte" ci consente di affrontare la questione dell'organizzazione e dell'ordine in un modo fondamentalmente nuovo. Per quasi tutta la sua storia, la scienza occidentale si è evoluta con l'idea che il modo migliore per comprendere un fenomeno fisico, sia esso una rana o un atomo, sia sezionarlo e studiarne le parti costituenti. L'ologramma ci ha mostrato che alcune cose nell'universo non possono essere esplorate in questo modo. Se sezionamo qualcosa disposto olograficamente, non otterremo le parti di cui è composto, ma otterremo la stessa cosa, ma con minore precisione.

Questo approccio ha ispirato Bohm a reinterpretare il lavoro di Aspect. Bohm era sicuro che le particelle elementari interagiscono a qualsiasi distanza, non perché si scambino tra loro dei misteriosi segnali, ma perché la loro separazione è illusoria. Ha spiegato che a un livello più profondo della realtà, tali particelle non sono entità separate, ma in realtà sono estensioni di qualcosa di più fondamentale.

Per capire meglio questo, Bohm ha offerto la seguente illustrazione.

Immagina un acquario con i pesci. Immagina anche di non poter vedere direttamente l'acquario, ma solo due schermi televisivi che trasmettono immagini da telecamere poste una davanti e una di lato all'acquario. Guardando gli schermi, puoi concludere che i pesci su ciascuno degli schermi sono oggetti separati. Poiché le telecamere trasmettono immagini da diverse angolazioni, i pesci hanno un aspetto diverso. Ma mentre continui a guardare, dopo un po' scoprirai che c'è una relazione tra i due pesci sui diversi schermi. Quando un pesce si gira, anche l'altro cambia direzione, in modo leggermente diverso, ma sempre in linea con il primo; quando vedi un pesce davanti, l'altro è sicuramente di profilo. Se non hai un quadro completo della situazione, è più probabile che tu concluda che i pesci devono in qualche modo comunicare istantaneamente tra loro piuttosto che questa è una coincidenza.

Bohm ha affermato che questo è esattamente ciò che accade alle particelle elementari nell'esperimento Aspect. Secondo Bohm, l'apparente interazione FTL tra le particelle ci dice che c'è un livello di realtà più profondo nascosto da noi, di dimensioni superiori al nostro, come l'analogia dell'acquario. E, aggiunge, vediamo le particelle come separate perché vediamo solo una parte della realtà. Le particelle non sono "parti" separate, ma sfaccettature di un'unità più profonda che in definitiva è olografica e invisibile come la rosa menzionata sopra. E poiché tutto nella realtà fisica è composto da questi " fantasmi", l'universo che osserviamo è esso stesso una proiezione, un ologramma.

Oltre ad essere "fantasma", un tale universo potrebbe avere altre proprietà sorprendenti. Se l'apparente separazione delle particelle è un'illusione, a un livello più profondo, tutti gli oggetti del mondo possono essere infinitamente interconnessi. Gli elettroni negli atomi di carbonio nel nostro cervello sono collegati agli elettroni in ogni salmone che nuota, in ogni cuore che batte, in ogni stella scintillante. Tutto compenetra tutto, e sebbene la natura umana tenda a dividere tutto, a smembrare, a sistemare tutti i fenomeni della natura, tutte le divisioni sono necessariamente artificiali e la natura alla fine appare come una rete indissolubile. Nel mondo olografico, anche il tempo e lo spazio non possono essere presi come base. Perché una caratterizzazione come la posizione non ha senso in un universo in cui nulla è veramente separato l'uno dall'altro; il tempo e lo spazio tridimensionale, come le immagini di pesci sugli schermi, dovranno essere considerati nient'altro che proiezioni. A questo livello più profondo, la realtà è qualcosa come un super-ologramma in cui il passato, il presente e il futuro esistono simultaneamente. Ciò significa che con l'aiuto di strumenti adeguati, potrebbe essere possibile penetrare in profondità in questo super-ologramma ed estrarre immagini di un passato a lungo dimenticato.

Che cosa ancora può portare un ologramma - è ancora lontano dall'essere noto. Supponiamo, ad esempio, che un ologramma sia una matrice che dà origine a tutto nel mondo, almeno contiene tutte le particelle elementari che hanno assunto o assumeranno un giorno qualsiasi forma possibile di materia ed energia, dai fiocchi di neve ai quasar, dal blu balene ai raggi gamma. È come un supermercato universale, che ha tutto.

Mentre Bohm ha ammesso che non abbiamo modo di sapere cos'altro contiene l'ologramma, si è preso la libertà di affermare che non abbiamo motivo di presumere che non ci sia nient'altro in esso. In altre parole, forse il livello olografico del mondo è solo uno degli stadi di un'evoluzione infinita.

Bohm non è il solo nella sua ricerca per esplorare le proprietà del mondo olografico. Indipendentemente da lui, anche il neuroscienziato della Stanford University Karl Pribram, che lavora nel campo della ricerca sul cervello, si appoggia all'immagine olografica del mondo. Pribram è giunto a questa conclusione meditando sul mistero di dove e come i ricordi sono immagazzinati nel cervello. Numerosi esperimenti nel corso di decenni hanno dimostrato che le informazioni non vengono memorizzate in nessuna particolare area del cervello, ma vengono disperse in tutto il volume del cervello. In una serie di esperimenti cruciali negli anni '20, il ricercatore sul cervello Karl Lashley scoprì che, indipendentemente da quale parte del cervello del topo avesse rimosso, non poteva far scomparire i riflessi condizionati sviluppati nel topo prima dell'operazione. L'unico problema era che nessuno era stato in grado di escogitare un meccanismo per spiegare questa buffa proprietà del "tutto in ogni parte" della memoria.

Più tardi, negli anni '60, Pribram incontrò il principio dell'olografia e si rese conto di aver trovato la spiegazione che i neuroscienziati stavano cercando. Pribram è sicuro che la memoria non è contenuta nei neuroni e non in gruppi di neuroni, ma in una serie di impulsi nervosi che “impigliano” il cervello, proprio come un raggio laser “impiglia” un pezzo di ologramma contenente l'intera immagine. In altre parole, Pribram è sicuro che il cervello sia un ologramma.

La teoria di Pribram spiega anche come il cervello umano possa immagazzinare così tanti ricordi in uno spazio così piccolo. Si presume che il cervello umano sia in grado di ricordare circa 10 miliardi di bit in una vita (che corrisponde all'incirca alla quantità di informazioni contenute in 5 serie dell'Encyclopædia Britannica).

Si è scoperto che un'altra caratteristica sorprendente è stata aggiunta alle proprietà degli ologrammi: un'enorme densità di registrazione. Modificando semplicemente l'angolo con cui i laser illuminano la pellicola, è possibile registrare molte immagini diverse sulla stessa superficie. È stato dimostrato che un centimetro cubo di pellicola può memorizzare fino a 10 miliardi di bit di informazioni.

La nostra straordinaria capacità di trovare rapidamente informazione necessaria Dalla grande quantità della nostra memoria diventa più comprensibile se accettiamo che il cervello lavori secondo il principio di un ologramma. Se un amico ti chiede cosa ti viene in mente quando senti la parola "zebra", non devi sfogliare tutto il tuo vocabolario per trovare la risposta. Associazioni come "a strisce", "cavallo" e "vive in Africa" ​​compaiono nella tua testa all'istante.

In effetti, una delle proprietà più sorprendenti del pensiero umano è che ogni informazione è istantaneamente e correlata in modo incrociato con l'altra - un'altra qualità inerente all'ologramma. Poiché qualsiasi sezione dell'ologramma è infinitamente interconnessa con qualsiasi altra, è del tutto possibile che sia il più alto esempio naturale di sistemi correlati tra loro.

La posizione della memoria non è l'unico puzzle neurofisiologico che è diventato più risolvibile alla luce del modello olografico del cervello di Pribram. Un altro è come il cervello riesca a tradurre una tale valanga di frequenze che percepisce con vari sensi (frequenze luminose, frequenze sonore e così via) nella nostra idea concreta del mondo. La codifica e la decodifica delle frequenze è esattamente ciò che un ologramma fa meglio. Proprio come un ologramma funge da lente, un dispositivo di trasmissione in grado di trasformare un miscuglio di frequenze apparentemente senza senso in un'immagine coerente, così il cervello, secondo Pribram, contiene una lente del genere e usa i principi dell'olografia per elaborare matematicamente le frequenze dai sensi al mondo interiore delle nostre percezioni.

Molte prove suggeriscono che il cervello utilizza il principio dell'olografia per funzionare. La teoria di Pribram sta trovando sempre più sostenitori tra i neuroscienziati.

Il ricercatore italo-argentino Hugo Zucarelli ha recentemente esteso il modello olografico al regno dei fenomeni acustici. Perplesso dal fatto che le persone possano determinare la direzione di una sorgente sonora senza girare la testa, anche se funziona un solo orecchio, Zucarelli ha scoperto che i principi dell'olografia potrebbero spiegare anche questa capacità.

Ha anche sviluppato una tecnologia di registrazione del suono olofonica in grado di riprodurre paesaggi sonori con un realismo quasi inquietante.

Anche l'idea di Pribram che i nostri cervelli costruiscano matematicamente una realtà "dura" basata sulle frequenze di ingresso è stata brillante conferma sperimentale. È stato scoperto che uno qualsiasi dei nostri organi di senso ha una gamma di frequenze di ricettività molto più ampia di quanto si pensasse in precedenza. Ad esempio, i ricercatori hanno scoperto che i nostri organi visivi sono sensibili alle frequenze sonore, che il nostro senso dell'olfatto dipende in qualche modo da quelle che oggi vengono chiamate "frequenze osmotiche" e che anche le cellule del nostro corpo sono sensibili a un'ampia gamma di frequenze. Tali scoperte suggeriscono che questo è il lavoro della parte olografica della nostra coscienza, che trasforma frequenze caotiche separate in una percezione continua.

Ma l'aspetto più sorprendente del modello olografico del cervello di Pribram viene alla luce quando viene confrontato con la teoria di Bohm. Perché se la densità fisica visibile del mondo è solo una realtà secondaria, e ciò che è "là fuori" è in effetti solo un insieme olografico di frequenze, e se anche il cervello è un ologramma e seleziona solo alcune frequenze da questo insieme e matematicamente li converte in percezione sensoriale, cosa resta della realtà oggettiva?

Mettiamola semplicemente: cessa di esistere. Come le religioni orientali dicono da tempo immemorabile, il mondo materiale è Maya, un'illusione, e sebbene possiamo pensare di essere fisici e muoverci nel mondo fisico, anche questa è un'illusione.

Siamo infatti dei “ricevitori” che galleggiano in un caleidoscopico mare di frequenze, e tutto ciò che estraiamo da questo mare e trasformiamo in realtà fisica è solo un canale di frequenza tra tanti, estratto da un ologramma.

Questa nuova sorprendente immagine della realtà, una sintesi delle opinioni di Bohm e Pribram, è stata chiamata il paradigma olografico, e mentre molti scienziati sono stati scettici al riguardo, altri ne sono stati incoraggiati. Un piccolo ma crescente gruppo di ricercatori ritiene che questo sia uno dei modelli più accurati del mondo finora proposti. Inoltre, alcuni sperano che possa aiutare a risolvere alcuni misteri che non sono stati precedentemente spiegati dalla scienza e persino considerare il paranormale come parte della natura.

Numerosi ricercatori, tra cui Bohm e Pribram, concludono che molti fenomeni parapsicologici stanno diventando più comprensibili in termini di paradigma olografico.

In un universo in cui il cervello individuale è in realtà una parte indivisibile, un "quanto" di un grande ologramma e tutto è infinitamente connesso a tutto, la telepatia può semplicemente essere una conquista del livello olografico. Diventa molto più facile capire come le informazioni possono essere trasmesse dalla coscienza "A" alla coscienza "B" a qualsiasi distanza e spiegare molti misteri della psicologia. In particolare, Grof prevede che il paradigma olografico sarà in grado di offrire un modello per spiegare molti dei misteriosi fenomeni osservati da persone in stati alterati di coscienza.

Negli anni '50, mentre ricercava l'LSD come farmaco psicoterapeutico, Grof lavorò con una paziente che improvvisamente si convinse di essere una femmina di rettile preistorico. Durante l'allucinazione, non solo ha fornito una descrizione riccamente dettagliata di com'è essere una creatura con tali forme, ma ha anche notato le squame colorate sulla testa di un maschio della stessa specie. Grof è rimasto colpito dal fatto che in una conversazione con uno zoologo è stata confermata la presenza di squame colorate sulla testa dei rettili, che svolgono un ruolo importante nei giochi di accoppiamento, sebbene la donna non avesse idea di tali sottigliezze prima.

L'esperienza di questa donna non è stata unica. Durante la sua ricerca, Grof ha incontrato pazienti che tornavano sulla scala dell'evoluzione e si identificavano con una varietà di specie (basato sulla scena della trasformazione di una persona in una scimmia nel film "Altered States"). Inoltre, ha scoperto che tali descrizioni spesso contengono dettagli zoologici poco conosciuti che, una volta verificati, si rivelano accurati.

Il ritorno agli animali non è l'unico fenomeno descritto da Grof. Aveva anche pazienti che, a quanto pare, potevano connettersi a una sorta di area dell'inconscio collettivo o razziale. Persone ignoranti o scarsamente istruite hanno improvvisamente fornito descrizioni dettagliate dei funerali nella pratica zoroastriana o scene della mitologia indù. In altre esperienze, le persone hanno fornito descrizioni convincenti di viaggi extracorporei, previsioni di immagini del futuro, eventi di incarnazioni passate.

In studi più recenti, Grof ha scoperto che la stessa gamma di fenomeni è apparsa nelle sessioni di terapia senza farmaci. Poiché un elemento comune di tali esperimenti era l'espansione della coscienza individuale oltre i consueti limiti dell'ego e i confini dello spazio e del tempo, Grof chiamò tali manifestazioni "esperienza transpersonale" e alla fine degli anni '60, grazie a lui, un nuovo ramo della psicologia chiamata psicologia "transpersonale", interamente dedicata a queste aree.

Sebbene l'Associazione per la psicologia transpersonale, creata da Grof, fosse un gruppo in rapida crescita di professionisti che la pensano allo stesso modo e sia diventata una branca rispettata della psicologia, né Grof stesso né i suoi colleghi per molti anni sono stati in grado di offrire un meccanismo per spiegare gli strani fenomeni psicologici che hanno osservato Ma questa posizione ambigua è cambiata con l'avvento del paradigma olografico.

Come ha recentemente sottolineato Grof, se la coscienza è effettivamente parte di un continuum, un labirinto connesso non solo a ogni altra coscienza che esiste o è esistita, ma a ogni atomo, organismo e vasta regione dello spazio e del tempo, la sua capacità di tunnel attraverso il labirinto e sperimenta il transpersonale l'esperienza non sembra più così strana.

Il paradigma olografico lascia il segno anche nelle cosiddette scienze esatte, come la biologia. Keith Floyd, psicologo del Virginia Intermont College, ha dimostrato che se la realtà è solo un'illusione olografica, allora non si può più sostenere che la coscienza sia una funzione del cervello. Piuttosto, al contrario, la coscienza crea la presenza di un cervello, proprio come interpretiamo il corpo e il nostro intero ambiente come fisici.

Questo capovolgimento delle nostre opinioni sulle strutture biologiche ha permesso ai ricercatori di sottolineare che la medicina e la nostra comprensione del processo di guarigione possono anche cambiare sotto l'influenza del paradigma olografico. Se l'apparente struttura fisica del corpo non è altro che una proiezione olografica della nostra coscienza, diventa chiaro che ognuno di noi è molto più responsabile della propria salute di quanto creda la medicina moderna. Quella che ora vediamo come una misteriosa cura potrebbe in effetti essere dovuta a un cambiamento nella coscienza che ha apportato gli opportuni aggiustamenti all'ologramma del corpo.

Allo stesso modo, nuove terapie alternative, come l'imaging, possono funzionare così bene proprio perché nella realtà olografica, il pensiero è in definitiva reale quanto la "realtà".

Anche le rivelazioni e le esperienze dell'“altro mondo” diventano spiegabili dal punto di vista del nuovo paradigma. Il biologo Lyall Watson nel suo libro "Gifts of the Unknown" descrive un incontro con una sciamana indonesiana che, eseguendo una danza rituale, riuscì a far sparire istantaneamente un intero boschetto di alberi nel mondo sottile. Watson scrive che mentre lui e un altro spettatore sorpreso continuavano a guardarla, lei ha fatto scomparire e riapparire gli alberi più volte di seguito.

Sebbene scienza moderna incapaci di spiegare tali fenomeni, ma diventano abbastanza logici se assumiamo che la nostra realtà "densa" non sia altro che una proiezione olografica. Forse possiamo formulare i concetti di "qui" e "là" più precisamente se li definiamo a livello dell'inconscio umano, in cui tutte le coscienze sono infinitamente strettamente interconnesse.

Se questo è vero, allora questa è l'implicazione più significativa del paradigma olografico in generale, poiché significa che i fenomeni osservati da Watson non sono pubblici solo perché le nostre menti non sono programmate per fidarsi di loro, il che li renderebbe tali. Nell'universo olografico non ci sono limiti alle possibilità di cambiare il tessuto della realtà.

Ciò che percepiamo come realtà è solo una tela che aspetta che NOI ci mettano sopra qualsiasi dipinto desideriamo. Tutto è possibile, dal piegare i cucchiai a piacimento alle fantasmagoriche esperienze di Castaneda nei suoi studi con don Juan, perché la magia ci è data per primogenitura, né più né meno meravigliosa della nostra capacità di creare nuovi mondi nei nostri sogni e fantasie.

Naturalmente, anche la nostra conoscenza più "fondamentale" è sospetta, perché in una realtà olografica, come ha mostrato Pribram, anche eventi casuali devono essere considerati utilizzando principi olografici e risolti in questo modo. Sincronicità o coincidenze improvvisamente hanno un senso e qualsiasi cosa può essere considerata una metafora, poiché anche una catena di eventi casuali può esprimere una sorta di profonda simmetria.

Sia che il paradigma olografico di Bohm e Pribram ottenga l'accettazione scientifica tradizionale o svanisca, è sicuro dire che ha già influenzato il modo di pensare di molti scienziati. E anche se si scopre che il modello olografico non descrive adeguatamente l'interazione istantanea delle particelle elementari, almeno, come sottolinea il fisico Basil Hiley del Birbeck College London, la scoperta di Aspect "ha mostrato che dobbiamo essere pronti a considerare approcci nuovi radicalmente per comprendere la realtà".

Ho sentito un messaggio su questa scoperta da una persona intelligente intorno al 1994, tuttavia, con un'interpretazione leggermente diversa. L'esperienza è stata descritta come segue. Il flusso di particelle elementari è passato in qualche modo e ha colpito il bersaglio. A metà di questo percorso sono state misurate alcune caratteristiche delle particelle, ovviamente quelle la cui misurazione non ha un effetto significativo sul loro ulteriore destino. Di conseguenza, è stato riscontrato che i risultati di queste misurazioni dipendono da quali eventi accadono alla particella nel bersaglio. In altre parole, la particella in qualche modo "sa" cosa le accadrà nel prossimo futuro. Questa esperienza fa riflettere seriamente sulla legittimità dei postulati della teoria della relatività in relazione alle particelle, e ricorda anche di Nostradamus...

Traduzione: Irina Mirzuitova, 1999

C'è una teoria secondo cui il nostro Universo è solo un ologramma e non c'è nulla di reale in esso. Per una persona normale, tali informazioni sono difficili da inserire nella testa. In realtà, è solo frainteso.

Tutto ciò che vediamo intorno a noi, ascoltiamo e sentiamo - può essere reale o potrebbe rivelarsi
solo una proiezione "olografica" di alcuni record bidimensionali
Immagine: Geralt

C'è una teoria secondo cui il nostro Universo è solo un ologramma e non c'è nulla di reale in esso. Per una persona normale, tali informazioni sono difficili da inserire nella testa. In realtà, è semplicemente frainteso. Autore articolo SLY2 M analizzò in dettaglio la teoria dell'Universo olografico e giunse alla conclusione: l'Universo, in teoria, può essere un ologramma! Solo l'ologramma non è reale ...

Forse hai sentito tali affermazioni con la coda dell'orecchio che, dicono, "il nostro mondo è solo un ologramma". L'affermazione in sé è piuttosto potente, ma le persone spesso la fraintendono. A loro sembra che ci sia un pensiero dietro questa frase: tutto intorno è un'illusione, non c'è nulla di reale, tutte le nostre azioni, azioni e aspirazioni sono solo vanità e fumo olografico incorporeo. O anche così - ci sono solo scenari olografici digitali in giro e viviamo in Matrix.

Questo articolo è dedicato a spiegare le premesse di questo paradigma ancora teorico, ma piuttosto scientifico: il nostro Universo è un ologramma e, in tal caso, perché, in effetti. Ciò che fa sì che gli scienziati facciano affermazioni apparentemente stupide e ovviamente assurde.


Devo ammettere che l'argomento mi interessava per un motivo molto inaspettato. Da positivista, materialista, quasi ateo, ho sempre considerato le scienze esatte una vera scienza, un'impresa che si occupa di cose reali, reali. Il fisico misura il potenziale elettrico reale tra due elettrodi reali. Un chimico mescola il contenuto di due flaconi della vita reale e ottiene un risultato fisicamente tangibile, sotto forma di una specifica molecola chimica. Il biologo armeggia con geni veri e ottiene una vera lepre viva, con corna, squame e artigli velenosi sulle zampe centrali. Le persone sono impegnate, le persone lavorano.

Immagina solo quanto sia più necessario e utile dello scavo vuoto di tutti i tipi di critici d'arte, culturologi e, naturalmente, della peggiore delle persone - filosofi! Questi ultimi sono generalmente oziosi, creature del caos, un ramo in più della razza umana. Si dice: lo spirito è primario, la materia è secondaria. Un altro oggetto: no, la materia è primaria e lo spirito è secondario. Ed eccoli qui tutto il giorno a non fare altro che litigare tra loro, scoprire chi ha ragione, consumare prodotti e aumentare l'entropia mondiale, sapendo benissimo che la loro disputa è in linea di principio irrisolvibile, il che significa che puoi discutere all'infinito.

Lo pensavo prima e, tra l'altro, continuo a pensarlo in una certa misura, ma nel corso delle mie riflessioni sono emerse alcune sfumature che suscitano un certo rispetto per i filosofi e le loro opere. Queste riflessioni si basano sui tentativi di combinare due principi, l'anatra e l'olografico.

Il segno dell'anatra (test dell'anatra) è: "Se qualcosa sembra un'anatra, nuota come un'anatra e ciarlata come un'anatra, allora probabilmente è un'anatra". La cosa è abbastanza nota in ampi circoli e abbastanza evidente, non richiede prove.

Se abbiamo un oggetto che ha tutte (assolutamente tutte, al 100%) le caratteristiche di un'anatra, quell'oggetto deve essere un'anatra.

Ad esempio, se abbiamo davanti a noi una scatola nera, dalla quale sentiamo un ciarlatano di un'anatra (una delle caratteristiche di un'anatra), possiamo supporre che ci sia un'anatra nella scatola.
Ma se apriamo la scatola e vediamo un registratore con la registrazione di un ciarlatano d'anatra, capiremo di essere stati crudelmente ingannati. Come lo capiremo? Sì, perché il registratore non ha altre caratteristiche dell'anatra: non sembra un'anatra (ma come un registratore) e non nuota come un'anatra (ma affonda).

Puoi andare oltre. Puoi prendere una papera di gomma giocattolo, metterci dentro un registratore e metterla in una scatola nera. Allo stesso tempo, il ciarlatano sarà un'autentica anatra e quando apriremo la scatola vedremo che "sembra" un'anatra e nuota anche, perché è di gomma. Ma non è ancora un'anatra, perché l'oggetto "anatra di gomma giocattolo" manca di altre caratteristiche dell'anatra: non è vivo, non depone uova ed è generalmente di gomma.

Se continuiamo a "migliorare" le caratteristiche, ad es. portarli in linea con le caratteristiche della papera, poi alla fine, con una corrispondenza del 100% di TUTTI i parametri, arriveremo comunque ad una vera papera. Ad altro non si può arrivare, saremo costretti a chiamare e considerare l'oggetto a cui siamo arrivati ​​come un'anatra, e il principio dell'anatra lo afferma. Più precisamente, non proprio su questo, ma il fondamento filosofico alla base di questa frase comica porta a questo.

Qui, ovviamente, si possono citare più chilometri di controversie filosofiche se l'argomento è quello che è, quello che è veramente, ma la controversia predefinita è infinita e da un certo punto inizia a girare in tondo, da cui lo propongo di interrompere e andare alla seconda parte, al principio olografico.

Il principio olografico dell'universo è nato da una discussione sulla termodinamica dei buchi neri (l'essenza della questione è rivelata nell'articolo "Quanti universi si adatteranno a una chiavetta da 16 gigabyte sulle tue dita ™" o molto più completamente in Il libro di L. Susskind "La battaglia di un buco nero. La mia battaglia con Stephen Hawking per la pace, sicura per la meccanica quantistica"), sebbene i prerequisiti esistessero prima, raggiungendo lo stesso nonno Einstein, che era incazzato dal terribile lungo raggio azione di quanti intrecciati (vedi l'articolo "La natura delle leggi fisiche sulle dita ™") o anche più lontano, ad un ancor più antico nonno Platone con la sua caverna.

L'idea è che tutte le informazioni contenute in un buco nero (e dovrebbero essercene molte, perché tutti gli oggetti che cadono in un buco nero portano con sé una quantità incredibile di informazioni solo per il fatto della loro esistenza, e deve essere memorizzati e archiviati da qualche parte) duplicati nell'orizzonte degli eventi. Naturalmente, tutte le informazioni sono memorizzate lì in una forma completamente illeggibile, lontana dall'originale, ma c'è. Questa affermazione si basa sul principio più fondamentale della fisica: la legge di conservazione dell'informazione.

È interessante notare che non troverai una tale legge nell'elenco delle leggi di conservazione. Tutte le leggi di conservazione conosciute all'inizio del 20° secolo sono state costruite sulle proprietà di simmetria del nostro mondo, formulate matematicamente dalla intelligente, ma immeritatamente poco conosciuta zia Emmy Notter. Non esiste una legge di conservazione dell'informazione lì, sarebbe più corretto chiamare questa legge "la legge di indistruttibilità dell'informazione", il che implica che tutti i processi, sia termodinamici che quantistici, sono teoricamente reversibili nel tempo.

Se prendi un DVD di Matrix, lo graffi con un chiodo, poi lo butti per terra e lo frantumi in piccoli pezzi, le informazioni sul disco sembrano essere scomparse senza lasciare traccia. Ma non è così! Sì, è quasi impossibile leggere il disco, ma le informazioni non sono scomparse. Rimane sotto forma di una configurazione di molecole di frammenti di disco, e il fatto che non possiamo mettere questi pezzi in un lettore DVD è un nostro problema personale, dal punto di vista dell'Universo, nulla è scomparso da nessuna parte, l'informazione è solo mischiato in un pasticcio completo, ma teoricamente (teoricamente!) mettere al lavoro due demoni di Laplace (o 500 cinesi) e raccogliere il disco dai frammenti. Lascia che ci vogliano mille anni, ma in base alle leggi della fisica, questo è un processo completamente reversibile e, se il processo è reversibile, l'informazione non viene persa, rimane e può essere ripristinata.

Questo è facile da capire con un esempio, un esempio sarà, tu stesso capisci come - un'analogia sulle dita ™.

Immagina di installare una telecamera ad alta definizione ad alta velocità e girare un film mentre un DVD cade a terra. Il disco è caduto e si è schiantato. Pezzi di esso volano in tutte le direzioni, un pasticcio completo, niente è chiaro. A pezzi non puoi nemmeno dire subito che tipo di oggetto fosse originariamente: c'è solo un piccolo rimbalzo tutt'intorno. Ma la fotocamera ha catturato tutto! Puoi scorrere questo record al rallentatore (anche se è corretto dire accelerato) e vedere chiaramente dove sta volando quale rimbalzo. Ancora di più. Puoi sempre scorrere questo record all'indietro e vedere quale pezzo proviene da dove. E alla fine, anche come a ricreare un intero disco da uno rotto, se non nella realtà, ma almeno sul disco.

Nella natura reale, ovviamente, non esiste una telecamera ad alta velocità, ma non è necessaria. Ogni piccolo granello di sabbia è una cinepresa a sé stante. Sa sempre da dove viene e dove vola. Se conduci un sondaggio di opinione pubblica e interroghi ogni più piccolo pezzo da dove viene, secondo le loro parole e confessioni sincere, puoi ripristinare il quadro generale del passato.

È in questo senso che parlo di legge di conservazione dell'informazione. Se una particella può tracciare il suo percorso nel tempo, se questo processo di movimento nel tempo è reversibile, almeno in linea di principio, allora l'informazione è indistruttibile.

Tutto questo è buono e vero solo nel mondo familiare dei noti granelli di sabbia e particelle. Con i processi quantistici è un po' più complicato, nella meccanica quantistica sono formalmente consentite solo le trasformazioni unitarie (cioè quelle che possono essere invertite nel tempo e tornare alla configurazione originale), ma qui non si può fare a meno di ricordare una cosa come un " processo di misurazione”, che fa crollare in modo del tutto casuale la sovrapposizione della funzione d'onda e per questo gli scienziati non sono ancora d'accordo su cosa considerarla e come considerarla. In ogni caso, questo non è essenziale per il nostro argomento, nel caso di un buco nero deve funzionare la legge di conservazione delle informazioni, altrimenti l'intero meccanica quantistica dovrai riscrivere, cosa che agli scienziati pigri non piacerebbe molto. Gli scienziati, almeno i fisici, non hanno ancora scritto una sola legge irreversibile della natura. Tutte le formule, tutta la conoscenza sul comportamento del mondo circostante che conosciamo è reversibile.

Così è nata l'idea che tutte le informazioni che cadono in un buco nero siano in qualche modo duplicate (come ciò avvenga è una conversazione lunga e non del tutto chiara, ma non importa) sull'orizzonte degli eventi sotto forma di una specie di scarabocchi, infatti, disegni proprio sulla superficie dell'orizzonte degli eventi, cioè sulla superficie di un buco nero. Certo, sto esagerando, non ci sono "disegni" lì in realtà, ma l'idea è questa. Le informazioni su un oggetto caduto sono registrate in bit (non bit reali, 1 e 0, come in un computer, ma qualcosa di molto simile), posti in celle di lunghezza di Planck, più precisamente in questo caso, l'"area di Planck" di 10- 35 × 10-35 m2, situato proprio sulla superficie dell'orizzonte degli eventi. Si scopre che tutte le informazioni su un oggetto tridimensionale - tutta la configurazione volumetrica delle molecole che compongono l'oggetto, nonché tutte le caratteristiche dell'oggetto - la sua massa, temperatura, morbidezza, morbidezza e così via, siamo stati in grado di registrare sotto forma di un'immagine bidimensionale di alcuni scarabocchi posizionati in celle delle dimensioni di Planck.

Ecco come risulta (è così che dovrebbe risultare) per i seguenti motivi. L'analogia con una cinepresa e un DVD è chiara. Ma cosa accadrà nel caso di un buco nero? Qui c'era un buco nero e ci abbiamo buttato dentro un divano. Il buco ha fatto una massa caratteristica! (solo scherzando, ovviamente) e ha aumentato la sua massa, il che significa che è aumentata di dimensioni. Poi le abbiamo lanciato un frigorifero. Di nuovo alla rinfusa! Poi la televisione. Massa! Inoltre, due registratori, due portasigarette importati, due giacche domestiche. Pelle scamosciata. Il buco gorgoglia ogni volta! e aumenta di dimensioni. Rotoliamo indietro il nastro. Da esso, da un buco nero, in teoria, tutti questi oggetti dovrebbero volare nell'ordine inverso. Ma come farà a saperlo il buco, come può indovinare cosa buttare indietro? C'è un concetto dal suono strano in fisica: "un buco nero non ha capelli". Significa che un buco nero non è in alcun modo, assolutamente diverso da un altro dello stesso tipo. Non hanno e non possono avere acconciature. Tutte le differenze possono essere solo di massa, carica elettrica e coppia. Quelli. un buco nero semplicemente non ha un posto dove archiviare le informazioni su un divano o un frigorifero caduti per restituirli se necessario. Solo sulla superficie bidimensionale di un buco nero, all'orizzonte degli eventi.

Nel mondo a cui siamo abituati, un'immagine bidimensionale è SEMPRE peggio di un oggetto tridimensionale. Peggio nel senso che contiene meno informazioni. Se hai davanti un'auto tridimensionale, puoi girarci intorno da tutti i lati, vedere che una parola oscena è scarabocchiata sul retro del paraurti e i numeri anteriori non corrispondono a quelli posteriori (sembra i numeri sono rotti e l'auto è rubata). Tutte queste informazioni mancano se abbiamo solo un'immagine 2D dell'auto, anche se è super dettagliata, anche se è una foto da 100 megapixel. Tuttavia, la foto non può essere spostata, più informazioni rispetto a un'immagine piatta non possono essere estratte dalla foto.

Tuttavia, nel nostro mondo esiste una cosa come l'olografia. Vera olografia, non adesivi pseudo-olografici che "strizzano l'occhio". L'olografia è essenzialmente un pezzo bidimensionale di pellicola trasparente, che, sotto una certa illuminazione da un raggio laser, ricrea un oggetto tridimensionale nello spazio davanti ai nostri occhi. Qui, ovviamente, non tutto è così semplice. E il film non è "veramente bidimensionale", l'intero trucco è solo che il film ha uno schema complicato di cavità tridimensionali graffiate in un modo speciale, che creano uno schema di interferenza quando viene irradiato con un laser di un certo lunghezza d'onda. Sì, e un ologramma è un'immagine tridimensionale sospesa nell'aria, non è ancora un "vero oggetto". Non ha massa, densità, altre caratteristiche, è solo un'immagine eterea e inoltre non è sempre chiara. Ma l'idea è molto simile. In un film pseudo-bidimensionale, registriamo PIÙ informazioni di quanto potremmo pensare, e se abbiamo un lettore astuto (uno speciale raggio laser), possiamo ricreare un oggetto tridimensionale da queste informazioni bidimensionali, o almeno la sua immagine. Che, come un normale oggetto tridimensionale, puoi andare in giro, guardarlo da diverse angolazioni e scoprire cosa c'è davanti e cosa c'è dietro.


È così che è apparsa l'idea di un buco nero olografico, che memorizza informazioni sugli oggetti tridimensionali che vi cadono al suo interno su un vero (e qui non è più "pseudo", ma "vero") orizzonte degli eventi bidimensionale. Inoltre, a differenza dei nostri ologrammi imperfetti, TUTTE le informazioni sull'oggetto, sulla sua massa e su tutto il resto.

Nel corso del tempo, dai buchi neri, gli scienziati hanno iniziato a passare senza problemi alla descrizione di cose familiari. Per analogia (le leggi sono le stesse), si può sostenere che qualsiasi informazione contenuta in un certo volume, ad esempio in una scatola nera, in una stanza, nel Sistema Solare, nell'intero Universo, può essere scritta nel forma di alcuni scarabocchi situati sulla superficie che limitano questa portata. Sulle pareti di una scatola nera, sulle pareti di una stanza, su una sfera immaginaria attorno al nostro Sistema Solare, ai confini del nostro Universo.

E questo non richiede particolari "bordi magici". Il principio è teorico. In teoria, si afferma che tutto ciò che accade in un volume, tutte le informazioni su ciò che vi è contenuto, ad es. non solo tutti gli oggetti che ci sono, ma tutte le leggi della fisica che funzionano in questo volume, tutti i processi che vi hanno luogo, in generale TUTTO-TUTTO-TUTTO, cos'è, cos'era e cosa sarà in qualche parte di spazio equivale a una certa scritta sulle pareti di questo volume. Bene, questo è nel caso di un'immagine statica e nel caso di processi che si svolgono nel tempo - un record bidimensionale che cambia dinamicamente.

Questa è la teoria dell'universo olografico. Tutto ciò che vediamo intorno, udiamo, sentiamo e osserviamo in un modo o nell'altro, tutto ciò può essere oggetti, processi ed eventi reali, oppure possono essere solo proiezioni "olografiche" di alcuni record bidimensionali su qualche "muro distante limita il nostro mondo”. Presterò particolare attenzione alle citazioni utilizzate. In primo luogo, questa non è una vera olografia in senso umano, non quella che si trova su un pezzo di pellicola trasparente, ma solo un principio simile. E in secondo luogo, in realtà non esiste un "muro che limiti il ​​nostro mondo", ovviamente. Il muro è immaginario, come l'equatore su un globo.

Quelli. sulla Terra, nel nostro mondo, gli alberi ondeggiano, le pietre stanno cadendo, le città stanno vivendo, le guerre sono in corso e il dollaro è aumentato di prezzo, e lì su un muro lontano tutto assomiglia a questo:

E questi processi sono equivalenti. Cioè, sono descritti dalle stesse leggi e dalle stesse formule. Ed è impossibile capire quali siano più corretti e quali siano solo una rappresentazione olografica. Entrambe le descrizioni sono corrette. Entrambi descrivono la stessa realtà, anche se in modi diversi. Entrambi sono veri.

Tuttavia, per molto tempo tutto questo è stato solo chiacchiere, analogie e ipotesi della serie "ma sarebbe bello se ..." fino a quando un poco noto matematico argentino Juan Maldacena nel 1997 non ha dato una prova matematica esatta di questa equivalenza .

E subito, sul posto, alcune osservazioni sulle decisioni di Maldacena.

1. A rigor di termini, il lavoro di Maldacena consiste nel dimostrare l'equivalenza di uno spazio anti-de Sitter a cinque dimensioni (4 + 1) con la presenza di gravità e una proiezione quadridimensionale (3 + 1) descritta da una teoria dei campi conforme senza gravità. Suona molto astruso (e questo è solo un titolo! Meglio non entrare affatto se ti salvi la testa), ma il significato principale è molto simile a quello di cui stiamo parlando qui. Si è scoperto che una varietà a cinque dimensioni può essere rappresentata come una varietà a quattro dimensioni. Praticamente proprio il nostro caso, dove rappresentiamo una forma tridimensionale di una bidimensionale. La gravità è ottenuta, per così dire, da un'altra dimensione, solo "con un segno meno". La misura abituale aggiunge gradi di libertà e la gravità, al contrario, li collega. Bene, a meno che, ovviamente, non presti attenzione al fatto che Maldacena ha uno spazio anti-de Sitter, e il nostro Universo è solo un semplice de Sitter. Anche qui, però, gli studiosi non sono d'accordo. Alcuni credono che sia anti-de Sitter, altri che sia de Sitter, altri che sia un misto di entrambi, e il quarto in generale, che ci sia un inchino sul lato.


2. Maldacena calcola le sue dimostrazioni usando la matematica della Teoria delle stringhe. E la Teoria delle Stringhe, come molte persone sanno, non solo non è completa, ma non è stata affatto dimostrata. Quelli. nessuno ha dimostrato che queste stringhe esistano affatto, e se davvero non esistono, allora l'intera teoria (che, ripeto, non è ancora del tutto finita e inquadrata) va a rotoli. Qui, i teorici, ovviamente, obiettano che, dicono, ci sono stringhe o no, questa è una cosa, ma la nostra matematica è corretta, tutto è in ordine e ci si può fare affidamento. Beh si. Beh si. Rimane solo il sedimento. Dimmi, perché sdraiarti su di lei? Perché abbiamo bisogno della matematica degli spazi undicidimensionali, se le dimensioni extra scompaiono insieme alle stringhe e torniamo al nostro familiare spazio-tempo quadridimensionale nativo.

3. Ebbene, neanche un momento come un errore elementare nei calcoli può essere scartato. I calcoli lì sono tutti come una "stringa teorica", ci mancherebbe, un centinaio di persone in tutto il mondo possono controllarli, da qualche parte Maldacena è scivolato, da qualche parte ha confuso più e meno, nessuno se ne accorgerà, perché pochi capiscono anche cosa sia di. Questo è uno scherzo, ovviamente, ma in ogni sua frazione...

Insomma, sono presenti “ma” di varia gravità. Anche se l'idea, se ci pensi, è completamente pazza. Naturalmente, solo il fatto che qualche testa d'uovo testardo abbia dimostrato qualcosa a se stesso su un pezzo di carta non rende affatto il nostro mondo un ologramma. Il fatto che il nostro mondo tridimensionale (quadridimensionale, se si tiene conto dello spazio-tempo), con tutta la sua varietà di fenomeni, eventi, oggetti e persone, possa essere completamente descritto utilizzando un film bidimensionale non rende questo film bidimensionale l'originale del nostro mondo. Dopotutto, posso descrivere qualche oggetto con le parole (e posso usare le mie dita™), ma questo non renderà le parole stesse una realtà. Diciamo, solo il fatto che descriverò un uccello, ad esempio un'anatra con una precisione del 100%... basta. Da qualche parte ho sentito qualcosa di simile!

Il punto centrale della dimostrazione di Maldacena è che egli fornisce una corrispondenza (equivalenza) completa e assoluta della descrizione di un particolare fenomeno, processo, evento che si verifica in una rappresentazione tridimensionale, o in una proiezione bidimensionale di questa rappresentazione. (Per essere più precisi, a cinque dimensioni ea quattro dimensioni. Non dimenticare che l'idea è completamente teorica e "qualche tratto nel nostro mondo tridimensionale" esiste ancora).

Tuttavia, se tutto ciò che si trova nel nostro Universo, se il nostro intero mondo può essere completamente descritto al 100% da processi che si verificano ad alcuni confini dell'Universo, questo, secondo il "principio dell'anatra" di cui sopra, non lo rende il suo mondo reale ?

Pensa a quello che ti sto dicendo ora. Quindi ho disegnato un'anatra su un pezzo di carta (o sullo schermo del computer) e dico: questa è un'anatra.

Tu: Beh, vediamo che l'anatra, e allora?
Io: No, non capisci. Questo non è un disegno, non un'immagine di un'anatra. Questa è la vera vera anatra.
Tu: È bello guidare, che cazzo è una vera papera? Non è viva, non si muove!
Io: perché no. Guarda qui. (fa muovere l'anatra)
Tu: Ma non si sente come un'anatra, ma come un foglio di carta (monitor)!
Io: (al tatto fa ricoprire di piume l'anatra) - E adesso?
Tu: Ma lei non...
Io: (fa...) E ora?

Capisci a cosa sto arrivando? E se il nostro mondo fosse davvero solo un ologramma?

Vi sono prove crescenti che alcune parti dell'universo potrebbero essere speciali. Uno dei capisaldi dell'astrofisica moderna è il principio cosmologico, secondo il quale gli osservatori sulla Terra vedono la stessa cosa degli osservatori di qualsiasi altra parte dell'universo e che le leggi della fisica sono le stesse ovunque.

Molte osservazioni supportano questa idea. Ad esempio, l'universo sembra più o meno lo stesso in tutte le direzioni, con all'incirca la stessa distribuzione delle galassie su tutti i lati.

Ma in l'anno scorso, alcuni cosmologi iniziarono a dubitare della correttezza di questo principio.

Indicano le prove delle supernove di tipo 1, che si stanno allontanando da noi a una velocità sempre crescente, indicando non solo che l'universo si sta espandendo, ma che l'espansione sta accelerando.

Curiosamente, l'accelerazione non è la stessa per tutte le direzioni. L'universo sta accelerando più velocemente in alcune direzioni che in altre.


Ma quanto sono affidabili questi dati? È possibile che in alcune direzioni si osservi un errore statistico, che scomparirà con la corretta analisi dei dati ottenuti.

Rong-Jen Kai e Zhong-Liang Tuo, dell'Istituto di Fisica Teorica dell'Accademia Cinese delle Scienze di Pechino, hanno ricontrollato i dati di 557 supernove provenienti da tutte le parti dell'universo e ricalcolati.

Oggi hanno confermato la presenza dell'eterogeneità. Secondo i loro calcoli, l'accelerazione più rapida si verifica nella costellazione dei finferli dell'emisfero settentrionale. Questi dati sono coerenti con i dati di altri studi, secondo i quali esiste una disomogeneità nella radiazione cosmica di fondo a microonde.

Questo può portare i cosmologi a giungere alla conclusione audace che il principio cosmologico è sbagliato.

Sorge una domanda eccitante: perché l'Universo è disomogeneo e in che modo questo influenzerà i modelli esistenti del cosmo?

Preparati per una mossa galattica


via Lattea

Secondo i concetti moderni, la zona abitabile della galassia (Galactic Habitable Zone - GHZ) è definita come una regione in cui sono presenti elementi abbastanza pesanti da formare pianeti da un lato, e che non è interessata da cataclismi cosmici dall'altro. I principali di questi cataclismi, secondo gli scienziati, sono le esplosioni di supernova, che possono facilmente "sterilizzare" l'intero pianeta.

Nell'ambito dello studio, gli scienziati hanno costruito un modello computerizzato dei processi di formazione stellare, nonché le supernove di tipo Ia (nane bianche nei sistemi binari che sottraggono materia a un vicino) e II (esplosione di una stella con una massa superiore a 8 solare). Di conseguenza, gli astrofisici sono stati in grado di identificare le regioni della Via Lattea che sono teoricamente abitabili.

Inoltre, gli scienziati hanno scoperto che circa l'1,5 per cento di tutte le stelle della galassia (cioè circa 4,5 miliardi su 3 × 1011 stelle) di pianeti abitabili potrebbe esistere in tempi diversi.

Allo stesso tempo, il 75 percento di questi ipotetici pianeti dovrebbe essere catturato dalle maree, cioè "guardare" costantemente la stella con un lato. Se la vita sia possibile su tali pianeti è oggetto di controversia tra gli astrobiologi.

Per calcolare GHZ, gli scienziati hanno utilizzato lo stesso approccio utilizzato nell'analisi delle zone abitabili attorno alle stelle. Tale zona è solitamente chiamata la regione attorno alla stella, in cui l'acqua in forma liquida può esistere sulla superficie di un pianeta roccioso.

Il nostro universo è un ologramma. La realtà esiste?

La natura dell'ologramma - "il tutto in ogni parte" - ci offre un modo completamente nuovo di comprendere la struttura e l'ordine delle cose. Vediamo oggetti, per esempio particelle elementari, separati perché vediamo solo una parte della realtà.

Queste particelle non sono "parti" separate ma sfaccettature di un'unità più profonda.

A un livello più profondo della realtà, tali particelle non sono oggetti separati, ma, per così dire, un'estensione di qualcosa di più fondamentale.

Gli scienziati sono giunti alla conclusione che le particelle elementari sono in grado di interagire tra loro indipendentemente dalla distanza, non perché si scambiano dei segnali misteriosi, ma perché la loro separazione è un'illusione.

Se la separazione delle particelle è un'illusione, a un livello più profondo, tutte le cose del mondo sono infinitamente interconnesse.

Gli elettroni negli atomi di carbonio nel nostro cervello sono collegati agli elettroni di ogni salmone che nuota, di ogni cuore che batte e di ogni stella che brilla nel cielo.

L'universo come ologramma significa che non lo siamo

L'ologramma ci dice che anche noi siamo un ologramma.

Gli scienziati del Center for Astrophysical Research presso il Fermi Laboratory (Femilab) stanno ora lavorando alla creazione di un dispositivo "olometro" (Holometer), con il quale possono confutare tutto ciò che l'umanità ora sa dell'universo.

Con l'aiuto del dispositivo Holometer, gli esperti sperano di provare o smentire la folle ipotesi che l'universo tridimensionale come lo conosciamo semplicemente non esiste, non essendo altro che una specie di ologramma. In altre parole, la realtà circostante è un'illusione e niente di più.

...La teoria che l'Universo sia un ologramma si basa sull'assunto non molto tempo fa che lo spazio e il tempo nell'Universo non sono continui.

Presumibilmente consistono in parti separate, punti - come se fossero pixel, a causa dei quali è impossibile aumentare indefinitamente la "scala dell'immagine" dell'Universo, penetrando sempre più nell'essenza delle cose. Dopo aver raggiunto un certo valore della scala, l'Universo risulta essere qualcosa come un'immagine digitale di pessima qualità: sfocata, sfocata.

Immagina una tipica foto di una rivista. Sembra un'immagine continua, ma, partendo da un certo livello di ingrandimento, si scompone in punti che costituiscono un tutto unico. E anche il nostro mondo sarebbe assemblato da punti microscopici in un'unica immagine bella, persino convessa.

Teoria incredibile! E fino a poco tempo, veniva trattato con leggerezza. Solo studi recenti sui buchi neri hanno convinto la maggior parte dei ricercatori che c'è qualcosa nella teoria "olografica".

Il fatto è che la graduale evaporazione dei buchi neri scoperti dagli astronomi con il passare del tempo ha portato a un paradosso informativo: tutte le informazioni contenute sull'interno del buco in questo caso sarebbero scomparse.

E questo è contrario al principio di conservazione delle informazioni.

Ma il laureato premio Nobel in fisica, Gerard t'Hooft, basandosi sul lavoro del professore dell'Università di Gerusalemme Jacob Bekenstein, ha dimostrato che tutte le informazioni contenute in un oggetto tridimensionale possono essere immagazzinate entro i confini bidimensionali che rimangono dopo la sua distruzione, proprio come l'immagine di un oggetto tridimensionale può essere collocato in un ologramma bidimensionale.

UNO SCIENZIATO AVEVA UN FANTASMA UNA VOLTA

Per la prima volta, l'idea "folle" di illusoria universale è nata dal fisico dell'Università di Londra David Bohm, socio di Albert Einstein, a metà del 20° secolo.

Secondo la sua teoria, il mondo intero è organizzato più o meno allo stesso modo di un ologramma.

Proprio come qualsiasi sezione arbitrariamente piccola di un ologramma contiene l'intera immagine di un oggetto tridimensionale, così ogni oggetto esistente è "incorporato" in ciascuna delle sue parti costituenti.

Ne consegue che la realtà oggettiva non esiste, - il professor Bom ha poi tratto una conclusione sbalorditiva. “Anche con la sua densità apparente, l'universo è al centro una fantasia, un ologramma gigantesco e lussuosamente dettagliato.

Ricordiamo che un ologramma è una fotografia tridimensionale scattata con un laser. Per realizzarla, prima di tutto, l'oggetto da fotografare deve essere illuminato da luce laser. Quindi il secondo raggio laser, sommandosi alla luce riflessa dall'oggetto, fornisce uno schema di interferenza (minimi e massimi alternati dei raggi), che può essere registrato sulla pellicola.

Lo scatto finito sembra un intreccio senza senso di linee chiare e scure. Ma non appena l'immagine viene illuminata con un altro raggio laser, appare immediatamente un'immagine tridimensionale dell'oggetto originale.

La tridimensionalità non è l'unica proprietà notevole inerente a un ologramma.

Se un ologramma con l'immagine, ad esempio, di un albero viene tagliato a metà e illuminato con un laser, ciascuna metà conterrà un'intera immagine dello stesso albero esattamente della stessa dimensione. Se continuiamo a tagliare l'ologramma in pezzi più piccoli, su ciascuno di essi troveremo nuovamente un'immagine dell'intero oggetto nel suo insieme.

A differenza di una fotografia convenzionale, ogni area dell'ologramma contiene informazioni sull'intero soggetto, ma con una diminuzione della nitidezza proporzionalmente corrispondente.

Il principio dell'ologramma "tutto in ogni parte" ci permette di affrontare la questione dell'organizzazione e dell'ordine in un modo completamente nuovo, ha spiegato il professor Bohm. - Per quasi tutta la sua storia, la scienza occidentale si è evoluta con l'idea che il modo migliore per comprendere un fenomeno fisico, sia esso una rana o un atomo, sia tagliarlo a pezzi e studiarne le parti costituenti.

L'ologramma ci ha mostrato che alcune cose nell'universo non possono essere esplorate in questo modo. Se sezionamo qualcosa disposto olograficamente, non otterremo le parti di cui è composto, ma otterremo la stessa cosa, ma con minore precisione.

E QUI È APPARSO UN ASPETTO TUTTO SPIEGANTE

L'idea "folle" di Bohm è stata anche stimolata da un sensazionale esperimento con particelle elementari a suo tempo. Un fisico dell'Università di Parigi, Alan Aspect, scoprì nel 1982 che, in determinate condizioni, gli elettroni sono in grado di comunicare istantaneamente tra loro, indipendentemente dalla distanza tra loro.

Non importa se ci sono dieci millimetri tra loro o dieci miliardi di chilometri. In qualche modo ogni particella sa sempre cosa sta facendo l'altra. Solo un problema di questa scoperta era imbarazzante: viola il postulato di Einstein sulla velocità limite di propagazione dell'interazione uguale alla velocità della luce.

Poiché viaggiare a una velocità superiore a quella della luce equivale a sfondare una barriera temporale, questa prospettiva spaventosa ha portato i fisici a dubitare fortemente del lavoro di Aspect.

Ma Bohm è riuscito a trovare una spiegazione. Secondo lui, le particelle elementari interagiscono a qualsiasi distanza non perché si scambino tra loro dei misteriosi segnali, ma perché la loro separazione è illusoria. Ha spiegato che a un livello più profondo della realtà, tali particelle non sono entità separate, ma in realtà sono estensioni di qualcosa di più fondamentale.

"Per una migliore comprensione, il professore ha illustrato la sua intricata teoria con il seguente esempio", ha scritto Michael Talbot, autore di The Holographic Universe. - Immagina un acquario con pesci. Immagina anche di non poter vedere direttamente l'acquario, ma solo due schermi televisivi che trasmettono immagini da telecamere poste una davanti e una di lato all'acquario.

Guardando gli schermi, puoi concludere che i pesci su ciascuno degli schermi sono oggetti separati. Poiché le telecamere trasmettono immagini da diverse angolazioni, i pesci hanno un aspetto diverso. Ma mentre continui a guardare, dopo un po' scoprirai che c'è una relazione tra i due pesci su schermi diversi.

Quando un pesce si gira, anche l'altro cambia direzione, leggermente diverso, ma sempre in linea con il primo. Quando vedi un pesce in piena faccia, l'altro è sicuramente di profilo. Se non hai un quadro completo della situazione, è più probabile che tu concluda che i pesci devono in qualche modo comunicare istantaneamente tra loro, che questo non è un fatto casuale.

L'apparente interazione superluminale tra le particelle ci dice che c'è un livello di realtà più profondo a noi nascosto, Bohm ha spiegato il fenomeno delle esperienze dell'Aspetto, di dimensioni superiori alla nostra, come nell'analogia dell'acquario. Vediamo queste particelle come separate solo perché vediamo solo una parte della realtà.

E le particelle non sono "parti" separate, ma sfaccettature di un'unità più profonda che in definitiva è olografica e invisibile come l'albero di cui sopra.

E poiché tutto nella realtà fisica è costituito da questi "fantasmi", l'Universo che osserviamo è esso stesso una proiezione, un ologramma.

Cos'altro può portare un ologramma non è ancora noto.

Supponiamo, ad esempio, che sia una matrice che dà origine a tutto nel mondo, almeno contiene tutte le particelle elementari che hanno assunto o assumeranno un giorno qualsiasi possibile forma di materia ed energia - dai fiocchi di neve ai quasar, dalle balenottere azzurre ai raggi gamma. È come un supermercato universale, che ha tutto.

Mentre Bohm ha ammesso che non abbiamo modo di sapere cos'altro contiene l'ologramma, si è preso la libertà di affermare che non abbiamo motivo di presumere che non ci sia nient'altro in esso. In altre parole, forse il livello olografico del mondo è solo uno degli stadi di un'evoluzione infinita.

IL PARERE DELL'OTTIMISTA


Lo psicologo Jack Kornfield, parlando del suo primo incontro con il defunto insegnante buddista tibetano Kalu Rinpoche, ricorda che tra loro ebbe luogo il seguente dialogo:

Potresti spiegarmi in poche frasi l'essenza degli insegnamenti buddisti?

Potrei farlo, ma non mi crederai, e ci vorranno molti anni per capire di cosa sto parlando.

Comunque, spiega, per favore, quindi voglio sapere. La risposta di Rinpoche fu estremamente breve:

Non esisti davvero.

IL TEMPO È GRANULO

Ma è possibile “sentire” questa natura illusoria con gli strumenti? Si è rivelato di sì. Da diversi anni in Germania, presso il telescopio gravitazionale costruito ad Hannover (Germania), GEO600, si effettuano ricerche per rilevare le onde gravitazionali, le fluttuazioni spazio-temporali che creano oggetti spaziali supermassicci.

Non una sola ondata nel corso degli anni, tuttavia, non è stata trovata. Uno dei motivi sono strani rumori nell'intervallo da 300 a 1500 Hz, che il rilevatore risolve a lungo. Interferiscono con il suo lavoro.

I ricercatori hanno cercato invano la fonte del rumore fino a quando Craig Hogan, direttore del Center for Astrophysical Research presso il Fermi Laboratory, non li ha contattati accidentalmente.

Ha detto di aver capito cosa stava succedendo. Secondo lui, dal principio olografico deriva che lo spazio-tempo non è una linea continua e, molto probabilmente, è un insieme di microzone, grani, una specie di quanti spazio-temporali.

E l'accuratezza dell'attrezzatura GEO600 oggi è sufficiente per correggere le fluttuazioni del vuoto che si verificano ai confini dei quanti spaziali, gli stessi grani che, se il principio olografico è corretto, l'Universo è costituito, - ha spiegato il professor Hogan.

Secondo lui, GEO600 si è appena imbattuto nella limitazione fondamentale dello spazio-tempo - la vera "grana", come la granulosità di una foto di una rivista. E percepito questo ostacolo come "rumore".

E Craig Hogan, seguendo Bohm, ripete con convinzione:

Se i risultati del GEO600 soddisfano le mie aspettative, allora viviamo tutti in un enorme ologramma su scala universale.

Le letture del rivelatore finora corrispondono esattamente ai suoi calcoli e sembra che il mondo scientifico sia sull'orlo di una grande scoperta.

Gli esperti ricordano quel rumore un tempo estraneo che infastidiva i ricercatori del Bell Laboratory, un grande centro di ricerca nel campo delle telecomunicazioni, dell'elettronica e sistemi informatici- già durante gli esperimenti del 1964 sono diventati forieri di un cambiamento globale del paradigma scientifico: è così che è stata scoperta la radiazione cosmica di fondo a microonde, che ha confermato l'ipotesi del Big Bang.

E gli scienziati stanno aspettando prove della natura olografica dell'Universo quando il dispositivo "Holometer" funzionerà a pieno regime. Gli scienziati sperano che aumenterà la quantità di dati pratici e la conoscenza di questa straordinaria scoperta, che appartiene ancora al campo della fisica teorica.

Il rivelatore è progettato come segue: brillano con un laser attraverso un divisore di raggio, da lì due raggi passano attraverso due corpi perpendicolari, vengono riflessi, restituiti indietro, si fondono e creano uno schema di interferenza, dove qualsiasi distorsione segnala una variazione del rapporto delle lunghezze dei corpi, poiché l'onda gravitazionale passa attraverso i corpi e comprime o allunga lo spazio in modo diseguale in direzioni diverse.

- "Holometer" ti permetterà di ingrandire lo spazio-tempo e vedere se le ipotesi sulla struttura frazionaria dell'Universo, basate su deduzioni puramente matematiche, sono confermate, suggerisce il professor Hogan.

I primi dati ottenuti utilizzando il nuovo apparato inizieranno ad arrivare a metà di quest'anno.

PARERE DI UN PESSIMISTA

Il presidente della Royal Society of London, il cosmologo e astrofisico Martin Rees: "La nascita dell'Universo rimarrà per sempre un mistero per noi"

Non capiamo le leggi dell'universo. E non saprai mai come è apparso l'Universo e cosa lo aspetta. Le ipotesi sul Big Bang, che presumibilmente ha dato origine al mondo che ci circonda, o che molti altri possono esistere in parallelo con il nostro Universo, o sulla natura olografica del mondo, rimarranno ipotesi non dimostrate.

Indubbiamente, ci sono spiegazioni per tutto, ma non ci sono geni del genere che potrebbero capirle. La mente umana è limitata. E ha raggiunto il suo limite. Ancora oggi siamo lontani dal comprendere, ad esempio, la microstruttura del vuoto come i pesci dell'acquario, che sono del tutto ignari di come funziona l'ambiente in cui vivono.

Ad esempio, ho motivo di sospettare che lo spazio abbia una struttura cellulare. E ciascuna delle sue cellule è trilioni di trilioni di volte più piccola di un atomo. Ma non possiamo provarlo o smentirlo, né capire come funziona una tale costruzione. Il compito è troppo difficile, trascendentale per la mente umana.

Modello al computer della galassia


Dopo nove mesi di calcoli su un potente supercomputer, gli astrofisici sono riusciti a creare un modello al computer di una bellissima galassia a spirale, che è una copia della nostra Via Lattea.

Allo stesso tempo, si osserva la fisica della formazione e dell'evoluzione della nostra galassia. Questo modello, creato dai ricercatori dell'Università della California e dell'Istituto di Fisica Teorica di Zurigo, risolve un problema che deve affrontare la scienza che è emerso dal modello cosmologico prevalente dell'universo.

"I precedenti tentativi di creare un'enorme galassia a disco come la Via Lattea sono falliti perché il modello aveva un rigonfiamento (rigonfiamento centrale) troppo grande rispetto alle dimensioni del disco", ha affermato Javiera Guedes, una studentessa laureata in astronomia e astrofisica presso il University of California e autore di un documento di ricerca su questo modello, chiamato Eris (ing. "Eris"). Lo studio sarà pubblicato sull'Astrophysical Journal.

Eris è un'enorme galassia a spirale con un nucleo al centro, che consiste in stelle luminose e altri oggetti strutturali caratteristici di tali galassie come la Via Lattea. In termini di parametri come la luminosità, il rapporto tra la larghezza del centro della galassia e la larghezza del disco, la composizione stellare e altre proprietà, coincide con via Lattea e altre galassie di questo tipo.

Secondo il coautore Piero Madau, professore di astronomia e astrofisica all'Università della California, una notevole quantità di denaro è stata spesa per l'attuazione del progetto, che è andata all'acquisto di 1,4 milioni di ore di elaborazione del tempo di calcolo su un supercomputer sul computer Pleiades della NASA.

I risultati ottenuti hanno permesso di confermare la teoria della "materia oscura fredda", secondo la quale l'evoluzione della struttura dell'Universo procedeva sotto l'influenza delle interazioni gravitazionali della materia oscura fredda ("oscura" per il fatto che non può essere visto, e "freddo" per il fatto che le particelle si muovono molto lentamente).

“Questo modello tiene traccia dell'interazione di oltre 60 milioni di particelle di materia oscura e gas. Il suo codice include la fisica di processi come la gravità e la dinamica dei fluidi, la formazione stellare e le esplosioni di supernova, il tutto alla più alta risoluzione di qualsiasi modello cosmologico al mondo", ha affermato Guedes.

L'illustrazione fornita dai ricercatori mostra un nastro temporaneo. Sulla sinistra, proprio all'inizio, c'è una fase olografica torbida e sfocata. La sfocatura è dovuta al fatto che il tempo e lo spazio non si sono ancora formati. Qui l'Universo è il più vicino possibile al tempo del Big Bang: è presumibilmente piatto. Questa è una specie di matrice, da cui poi nasce il volume.

Paul McFadden

Al termine della fase olografica, lo spazio assume forme geometriche - mostrate nella 3a ellisse - ed è già descritto dalle equazioni di Einstein. Dopo 375.000 anni apparve la radiazione di fondo cosmica o cosmica a microonde. Conteneva modelli per lo sviluppo di stelle e galassie di una versione successiva dell'universo: l'immagine all'estrema destra. In altre parole, c'è un universo 2D piatto in un'altra dimensione che "proietta" la nostra.

La teoria secondo cui l'universo è un ologramma alta risoluzione apparso nel 1997. Un matematico argentino ha avuto l'idea di combinare la teoria della relatività con fisica quantistica. Secondo la sua ipotesi, il modello della nostra intera realtà tridimensionale, insieme al tempo, è contenuto in confini piatti 2D.

Il Professore di Matematica Kostas Skenderis spiega: “Immagina che tutto ciò che vedi, ascolti e provi in ​​questo mondo 3D sia in realtà contenuto in un modello 2D piatto. L'idea è simile alle carte olografiche, dove un'immagine tridimensionale è codificata su un piano. Solo nel nostro caso l'intero universo è codificato".

Inoltre, il fenomeno non può essere paragonato correttamente alla visione di film in 3D. Lo spettatore vede la larghezza, la profondità, il volume degli oggetti, ma allo stesso tempo comprende che la loro fonte è uno schermo cinematografico piatto. Solo nella nostra realtà, non solo osserviamo la profondità degli oggetti, ma possiamo sentirli.

La tecnologia è avanzata negli ultimi decenni: i telescopi e le apparecchiature di telemetria sono diventati più precisi ed efficienti. Ciò ha permesso di trovare un'enorme quantità di informazioni nel "rumore bianco" o in quella radiazione a microonde che è rimasta dai tempi della "creazione" dell'Universo. Utilizzando queste informazioni, il team di scienziati ha effettuato un confronto complesso delle caratteristiche trovate in questi dati con la teoria quantistica dei campi. Sono riusciti a trovare quella che hanno chiamato la prima prova significativa che l'universo è un ologramma. Si è scoperto che i postulati più semplici teoria dei quanti i campi spiegano tutto ciò che gli scienziati sono stati in grado di apprendere sull'universo primordiale durante tutti gli studi cosmologici.

Gli abitanti della Silicon Valley si preparano alla fine del mondo

Il professor Skenderis afferma: “L'ologramma è un enorme balzo in avanti nella comprensione della struttura dell'universo e del momento della sua creazione. Teoria generale La relatività di Einstein funziona alla grande quando si tratta di grandi scale. Quando la ricerca scende al livello quantistico, inizia a sgretolarsi. Gli scienziati hanno lavorato per decenni per conciliare la teoria quantistica e la teoria della gravità di Einstein. Alcuni credono che ciò possa essere ottenuto con una rappresentazione olografica. Speriamo di essere più vicini a quel momento".